18 maggio 2023
di Tecnomedicina.it
Scritto da Marcello Ottaviani, Presidente di SaluberMD
Leggere originale
Il sistema sanitario italiano sta affrontando un forte impasse soprattutto per quanto riguarda la carenza di personale medico e ungap rispetto all’Europa per quanto riguarda gli investimenti in innovazione.In un contesto in cui la popolazione tende ad invecchiare maggiormente i due punti convergono, ed è importante che vengano implementatesoluzioni che offrano la possibilità di tenere in costante osservazione i propri dati clinici, come devicemedici sempre più affidabili, funzionali e facili da usare.
Il primo problema che si registra, affinché si diffonda l’attitudine all’utilizzo di questi device, è la scarsa digitalizzazione nelle fasce in età più alta della popolazione italiana, fra gli ultrasessantacinquenni sono infatti solo il 4,4% quelli che dichiarano di padroneggiare gli strumenti digitali, un numero relativamente molto basso rispetto alla totalità.
Questa difficoltà è dovuta inoltre alla scarsa disponibilità di strumenti digitali, in Italia, infatti,un terzo delle famiglie non possiede né computer né tablet.
La sfida per il futuro è quella di invertire la rotta, affinché anche le persone più anziane possano iniziare ad utilizzare devices che diano loro la possibilità di monitorarsi o effettuare consulti video.In primo luogo, vi è la necessità di educare il grande pubblico con campagne informative che aiutino a promuovere l’uso di tecnologie intelligenti come strumenti per la salvaguardia e la tutela delle persone, veri e propri strumenti che se utilizzati correttamente possono aiutare in momenti di difficoltà.
Da una parte sappiamo che ogni anno il numero di anziani che sa utilizzare la tecnologia aumenta e che la tecnologia viene incontro a quelli che invece rimangono indietro. Inoltre, abbiamo visto nel nostro settore che in molti casi le persone, anche se non vicine alla tecnologia, vi si avvicinano soprattutto se queste servono per il proprio sostentamento e la propria salute.
In questo contesto il nostro ruolo, di attori privati si deve affiancare a quello del sistema sanitario nazionale, con l’obiettivo di creare una healthcare supply chain che ponga al centro della catena i pazienti, e non il bene materiale, come il farmaco. Sfruttando l’analisi dei dati, recuperati dai device e da un sistema di data analytics, è possibile mappare le diverse patologie,così da intervenire in tempo reale sulla condizione dei pazienti più fragili, graziea soluzioni personalizzate, costruite e tarate su misura sul singolo paziente grazie alla raccolta e analisi dei dati clinici. La standardizzazione dei malati cronici, riuniti sotto cluster, permetterebbe di sfruttare in modo più efficiente le risorse del sistema sanitario per gestire una mole sempre maggiore di pazienti, impiegando meno personale medico, oggi risorse molto scarsa.
Sono fondamentali due passaggi affinché una healthcare supply chain riesca a prendere piede nel nostro sistema sanitario: in primi un lavoro di divulgazione dei pazienti, che deve percepire la necessità di questi strumenti per la loro salute, senza necessariamente attendere l’urgenza impellente di avere a disposizione questi strumenti. Il secondo punto è la formazione del personale sanitario che deve imparare a integrare le proprie competenze con la conoscenza di questi nuovi strumenti. Oltre quindi a effettuare prelievi e prescrivere farmaci, il personale medico di domani dovrà essere in grado di programmare e interagire con questi dispostivi, come oggi è richiesto anche in altri settori dopo l’avvento dell’Intelligenza Artificiale.
Tutto questo implica ovviamente la necessità di realizzare strumenti che siano di facile comprensione e manutenzione per le persone più anziane, soluzioni con il quale possano prendere confidenza e autonomia.
Far sentire più sicure le persone interessate, ma anche i familiari nel sapere che il proprio caro dispone di una tecnologia in grado di avvertire da remoto all’insorgere di una problematica è una delle nostre mission. Fra gli strumenti che in fase di sviluppo, stiamo implementando tecnologie smartwatch che grazie ad un semplice pulsante mettano in collegamento audio il paziente direttamente con la nostra centrale medica, in modo che all’insorgere di una problematica la persona possa subito avere un contatto con l’assistenza, senza dover ricorrere ad un device esterno che possa scivolare via al momento di una caduta o non essere facilmente raggiungibile, o doversi affidare ad un device appeso al collo della persona fragile con gli evidenti rischi di poter rimanere impigliato.
Se analizziamo la situazione anche da un punto di vista economico investire in soluzioni destinate ad una fascia di popolazione più anziana può avere un risvolto monetario importante anche per il Paese stesso, si stima infatti che se la silver economy europea venisse considerata una nazione, sarebbe la terza al mondo, con un fatturato stimato di 5.7 trilioni di euro, al 2025. Lavorare a tecnologie per persone più anziane potrebbe aprire le porte a un business in grado di creare molti posti di lavoro e nuove opportunità per tutta la popolazione.